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Quanto vale il diritto di voto? Non ce lo ricordiamo pił

06 Giugno 2016

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di BEPPE ELIA
Presidente nazionale Meic

L'affluenza alle urne in queste ultime elezioni amministrative si è ulteriormente ridotta, lungo una china negativa che sembra non avere ancora raggiunto il suo punto più basso. E' un dato cui ci siamo abituati e che viene letto senza ormai suscitare che qualche momentaneo commento.

Eppure, soprattutto in un paese come l'Italia in cui per molti decenni i cittadini hanno sentito l'esigenza di fornire comunque (magari scegliendo il "male minore") il proprio contributo almeno nella scelta dei propri rappresentanti in ambito statale e locale, questo rifiuto dovrebbe inquietare chi crede nella democrazia e nella partecipazione di tutti alla vita civile.

L'attrice 95enne Franca Valeri, interrogata sul perché si sobbarcasse un lungo viaggio per andare a votare, ha risposto che lo faceva perché molti sono morti per conquistare questo diritto. Oggi questa verità è stata rimossa dalla coscienza collettiva, e il voto appare come una opzione accanto a molte altre, non se ne coglie il valore, anche simbolico, e se ne nega l'importanza.

Certamente il degrado etico e l'inerzia progettuale di molta classe politica ha contribuito a creare sfiducia nelle forme con cui si esprime la vita democratica e, alla fine, nella stessa democrazia. Ma si ha anche l'impressione che le aggregazioni politiche si accontentino di trovare, in spazi sempre più angusti, il terreno della loro sopravvivenza, provando a dare risposta a bisogni immediati, e incapaci di pensare davvero secondo una prospettiva di lungo termine.

Osservando l'interminabile sequenza di liste presentate nella mia città (e ascoltati i loro programmi) ho colto tutta la fragilità di questo momento, la frammentazione di un tessuto sociale nel quale interessi minuscoli si presentano in forme risibili e senza prospettiva (e l'esito del voto lo ha attestato impietosamente).

Se vogliamo superare questa debolezza ormai patologica, dobbiamo disegnare, in modo anche fortemente innovativo, espressioni partecipative capaci di ridare fiducia alle persone e farle sentire soggetto, per quanto piccolo, di un progetto di rinnovamento che muove dal basso, in forme anche semplici, ma che abbia un respiro ampio. Diversamente i venti del populismo autoritario soffieranno incontrollati.