Menu principale
In evidenza
BANNER 5X1000
banner facebook
Banner Giovani
Newsletter
Area riservata
News
PrintE-mail

Francesco e la comunità ebraica, un incontro che diventa chazaqà

22 Gennaio 2016

Immagine

di ANNARITA CAPONERA

È nel segno dell'amicizia che si è svolto l'incontro tra papa Francesco e la comunità ebraica di Roma lo scorso 17 gennaio. Un incontro all'insegna del grande sentimento e abbraccio nei confronti di ciascuno e soprattutto dei sopravvissuti della Shoah. È stato il terzo papa a varcare la soglia del Tempio maggiore di Roma e non a caso Rav Di Segni, rabbino capo della comunità romana, ha detto: «Secondo la tradizione giuridica rabbinica, un atto ripetuto tre volte diventa chazaqà, consuetudine fissa». Dunque si pongono le condizioni perché incontri come questo diventino sempre più prassi comune. Questo è l'auspicio e la concreta speranza.

Il papa con il suo stile immediato ha dato corpo a questa speranza attraverso il lungo giro tra i banchi, lo stringere mani, il commosso abbraccio con i sopravvissuti della Shoah e già prima di entrare in sinagoga, attraverso l'omaggio alle lapidi che ricordano i deportati nei campi di sterminio e i fiori al piccolo di due anni Stefano Gaj Taché vittima del terrorismo, ha fatto capire la sua profonda partecipazione.

Un incontro molto significativo che giunge nel giorno del 17 di gennaio che a livello nazionale, per intuizione della Conferenza Episcopale Italiana, è diventato il giorno dell'approfondimento del dialogo cattolico-ebraico a ridosso della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Ciò non è un caso perché d'altronde i nostri "fratelli maggiori" stanno per così dire sulla soglia del cristianesimo e a volte fanno "capolino" anche dal di dentro se si considera per esempio il fatto che Gesù era, è e sarà ebreo per sempre. Ecco il perché di questa data che sta anch'essa sulla soglia della settimana per l'unità dei cristiani che si celebra dal 18 al 25 di gennaio di ogni anno.

Ciò è in linea con quanto pensava un grande teologo evangelico come Karl Bart quando affermava: "Esiste in ultima analisi, un unico grande problema ecumenico: quello della nostra relazione con il mondo ebraico". Tale convinzione nasce dal fatto che si ritiene che il primo scisma (proto-scisma) in seno alla Chiesa è quello tra Chiesa e sinagoga e perciò la prima riconciliazione da perseguire è quella tra ebrei e cristiani, perché appartiene al ceppo originario dal quale tutto è iniziato.

Papa Francesco ha detto nel suo discorso pronunciato alla sinagoga che si è messo sulle orme dei suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i cui pontificati hanno avuto a cuore la questione dei rapporti tra cristianesimo ed ebraismo.

[...]

Il papa invita alla logica della pace, della riconciliazione, del perdono e della vita in chiave di speranza perché le religioni sono segni di speranza.

Spesso i detrattori del dialogo affermano che in queste occasioni si fa molta teoria e poca pratica. Papa Francesco invece ha reso visibile come questo dialogo che si è verificato domenica 17 gennaio sia stato concreto in quanto avvenuto tra persone concrete e non tra sistemi astratti, sulla base di esperienze vissute e non soltanto teorizzate. Allora il dialogo diventa fecondo poiché è inteso come confronto tra due soggetti (individuali o comunitari) che si mettono in ascolto delle loro differenti esperienze religiose e dei relativi messaggi spirituali che ne sono all'origine.

[...]

La visita ha evidenziato come il rapporto tra Chiesa cattolica ed ebraismo stia vivendo un periodo di grande progresso e simili gesti fatti dal Pontefice sono orientati a far sì che la conoscenza reciproca tra cristiani ed ebrei non si limiti agli specialisti ma a tutti, in modo tale che i cambiamenti fondamentali nelle relazioni tra cristiani ed ebrei introdotti da Nostra Aetate (n. 4) siano resi noti anche alle generazioni future e da loro accolti e divulgati.

* Docente di ecumenismo e dialogo - Istituto Teologico di Assisi. Presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Perugia, Presidente del Centro Universitario ed Ecumenico San Martino di Perugia

IN ALLEGATO LA VERSIONE INTEGRALE DELL'ARTICOLO