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"E' appena l'aurora": il Congresso della Fuci

25 Aprile 2012

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Si è aperto oggi a Urbino il 61mo Congresso nazionale della Fuci, dal titolo "E' appena l'aurora. Chiesa, Concilio, contemporaneità: 50 anni fa, 50 anni dopo". Il presidente del Meic Carlo Cirotto è intervenuto alla sessione inaugurale: ecco il suo saluto.

Cari Fucini!
il mio saluto oggi, in questo avvio del vostro 61° Congresso nazionale, non vuole avere nulla di convenzionale né di formale, ma, al contrario, vuol essere una gioiosa dichiarazione di soddisfazione ed ottimismo: festeggiamo insieme, FUCI e MEIC, la fase conclusiva di un percorso avviato per formalizzare e dare ufficialità ai nostri reciproci rapporti. Non è stato, il nostro, un cammino difficile né accidentato perché, in fondo, non si è trattato che di prendere atto ufficialmente di contatti e collaborazioni esistenti da sempre. Da quando, giusto 80 anni fa, nasceva a Cagliari, da un Congresso nazionale della FUCI, quello che sarebbe diventato, il Movimento Laureati di Azione Cattolica e, dopo il Concilio, il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale. Ad una prima fase di elaborazione del testo è seguito un periodo di prova sul campo i cui risultati positivi sono garanzia dell'effettiva utilità dello strumento. FUCI e MEIC hanno, così, risposto concretamente alla raccomandazione ribadita in ‘Apostolicam actuositatem': «... per promuovere lo spirito di unione, affinché in tutto l'apostolato della Chiesa splenda la carità fraterna, si raggiungano le comuni finalità e siano evitate dannose emulazioni, si richiede una stima vicendevole fra tutte le forme di apostolato nella Chiesa e un conveniente coordinamento nel rispetto della natura propria di ciascuna».
Che questa nostra forma di coordinamento costituisca il nucleo di una più vasta rete di nuovi rapporti anche con altre Associazioni e Movimenti ecclesiali!
Il MEIC conta molto sulla collaborazione con voi, giovani della FUCI, perché in essa scorge un'opportunità preziosa: mantenersi al passo con i tempi che corrono sempre più in fretta. Siamo infatti convinti che, come dice Giuseppe Toniolo - a giorni Beato - con linguaggio duro, ma chiaro: «... bisogna vivere non solo coi morti, ma soprattutto coi vivi; ricercare le ragioni del vero col linguaggio, coi metodi, con gli indirizzi comunemente usati».
E' difficile, talora, abbandonare la sicurezza di acquisizioni ed esperienze convalidate dalla storia per mettersi in ascolto del nuovo e, citando ancora Toniolo, «divenire vigilanti a sorprendere in sull'alba i primi segni d'ogni legittima vocazione del pensiero moderno» ma, sono certo che, mettendo insieme il tesoro di esperienza del MEIC e la capacità della FUCI di cogliere il nuovo, i frutti non potranno essere che abbondanti.
Con questo auspicio, auguro a tutti voi un buon lavoro congressuale!

Carlo Cirotto