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Elzir: "Cristiani e musulmani insieme per sradicare la paura delle religioni"

23 Agosto 2011

Izzeddin Elzir

Cristiani e musulmani devono "lavorare insieme" per "cambiare le convinzioni di chi ha ancora paura delle religioni": è l'invito lanciato questa mattina dal presidente dell'Ucoii Izzeddin Elzir, intervenuto alla Settimana teologica del Meic su "Le religioni nella città". Una vera e propria necessità, secondo il leader della più grande associazione italiana di comunità islamiche, per "ribadire il ruolo positivo della religione nella nostra società e la necessità del contributo di tutti i credenti alla convivenza civile".
"Dobbiamo essere consapevoli che più è avanzata la società, più abbiamo necessità della fede e della spiritualità", ha continuato Elzir. "Oggi dobbiamo smettere di avere paura delle religioni come di possibili fonti di scontro e di violenza, il nostro ruolo di credenti è di sradicare questa convinzione in chi ancora ce l'ha". Questo vale anche per l'Italia: "Nella 'nostra' realtà (e dico 'nostra' perché mi sento e ci sentiamo pienamente cittadini di questo Paese) viviamo un problema di estremismo religioso e antireligioso. L'equilibrio fra questi due estremismi lo dobbiamo ricercare noi credenti. In tutti i campi: ricerca scientifica, progresso economico, salvaguardia del creato, politica internazionale. Noi europei, noi occidentali abbiamo ancora questa convinzione di essere il centro del mondo, il centro di tutto. Una visione errata, che esclude la condivisione, che annulla la fratellanza, che porta una mentalità dove ci sono i 'nemici'. Una visione che dobbiamo modificare lavorando su noi stessi, impegnandoci nell'educazione nostra e degli altri".
Elzir non si è sottratto alle domande degli oltre cento intellettuali cattolici presenti alla Settimana e ha parlato anche della convivenza delle diverse identità e della questione dei luoghi di culto: "Dovrebbe nascere una sorta di gelosia 'positiva' tra le fedi, una possibilità per ciascuno, musulmani e cristiani, di riscoprire le proprie radici anche per essere capaci di confrontarsi con l'altro. L'altro è una ricchezza, la sua presenza e i suoi segni e valori sono una ricchezza: penso alla polemica sul crocifisso. Che bisogno c'è di togliere? I musulmani non si rispettano togliendo qualcosa della propria identità, anzi, li si deve rispettare mantenendo ciò che si è. Noi vogliamo aggiungere, non togliere". Lo stesso vale per il dibattito sulla costruzione di nuove moschee nelle città italiane: "A Firenze, dove sono imam, quando abbiamo visto che ne avevamo la necessità, abbiamo detto che bisognava farla con la coesione di tutti, attraverso un percorso partecipativo. La Costituzione ci garantisce il diritto alla professione religiosa, ma a questo diritto acquisito ci dobbiamo arrivare guadagnando la consapevolezza di tutti, e anche la solidarietà di tutti. Le questioni religiose non devono essere ridotte sempre a discussioni politiche, come se si trattasse cose di destra o di sinistra. La pratica religiosa non può essere ridotta a questo". E sul tema della reciprocità, in tema di libertà religiosa, tra Paesi occidentali e arabi Elzir è stato netto: "Nel nostro caso non c'entra: noi siamo italiani di fede islamica e i nostri diritti non dipendono dalle relazioni tra Italia e stati esteri ma dalla nostra Costituzione".
La Settimana teologica del Meic continua questo pomeriggio con l'intervento del professor Marco Morselli, vicepresidente dell'Associazione di amicizia ebraico-cristiana.

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