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FOLIGNO "Come cresce la cittą: la salute"

09 Marzo 2012

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di ALVARO BUCCI

"Basterebbe che la sanità rimanesse così com'è" nell'attuale contesto obiettivamente non bello. E' stata questa la prima risposta offerta dal dott. Sandro Fratini, Direttore generale dell'Azienda Sanitaria Locale n.3, partecipando all'incontro svoltosi venerdì scorso sul tema "Come cresce la città: la salute" ed organizzato dal Gruppo Meic di Foligno. Un incontro che si è aperto con due interventi di Pietro Natalino Pergolari e di Giancarlo Nizzi che, per conto del Meic, hanno introdotto l'analisi sulla sanità in Umbria in relazione alla crisi, ai progetti e alle attese dei cittadini. Pergolari, consigliere nazionale del Meic, dopo aver riconosciuto come la malasanità non sia riscontrabile a livello dell'Umbria ed aver richiamato le indicazioni più recenti in materia di sanità a livello nazionale (Patto per la salute con le regioni, in via di definizione) e regionale (Disegno di legge sul riordino della sanità) ha evidenziato ancora, sottolineando le parole del cardinale Martini, come il rapporto con il malato sia sempre un rapporto da persona a persona, perché il malato non è mai riducibile a un caso clinico. Un rapporto essenziale da garantire, nonostante i tagli economici imposti dalla crisi, salvaguardando che tutti riescano a fruire dei servizi per la salute. Di seguito Nizzi ha puntualizzato come l'Umbria faccia registrare indici di aspettative di vita fra i più alti d'Italia, dovuti anche al livello del Servizio Sanitario raggiunto, che rimane tra i più efficienti del Paese, ma come ci sia un ampio margine di miglioramento in termini di razionalizzazione ed efficienza e nel versante della dissipazione delle risorse. Di fronte alle nuove sfide che riguardano l'allungamento della vita e quindi l'aumento della domanda di salute, l'incremento delle malattie croniche e delle persone non autosufficienti, la diffusione delle patologie come quelle degenerative mentali, l'innovazione tecnologica e la prospettiva del federalismo fiscale, occorre - secondo Nizzi - un significativo salto culturale della "politica" , perché "è arrivato il momento di mettere in essere processi di innovazione, integrazione e riorganizzazione del Servizio sanitario; occorre più cooperazione, eliminando duplicazioni, aree di sprechi ed inefficienze che pur sussistono".
Il dott. Fratini, nell'analizzare la situazione dei servizi di tutela della salute del nostro territorio, che obiettivamente sono stati fatti crescere molto di più rispetto al contesto regionale, ne ha evidenziato un livello di qualità "decisamente buona", che rende però ancor più complicato mantenere in una situazione di restrizione di risorse. E la strategia che di conseguenza intende seguire per garantire il mantenimento di tale livello è quella della sinergia che, per quanto riguarda i due più grandi ospedali di Foligno e di Spoleto, significa tentare la massima integrazione fra di loro. Una strategia, quindi, per mantenere i servizi, non arroccarli, integrarli, ampliarli, contando su una loro disponibilità nel raggio di circa 25 chilometri.
In ordine alle proposte di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, ha affermato l'esigenza di dover prioritariamente individuare le reali criticità, che si trovano soprattutto nelle aziende ospedaliere più grandi (Perugia e Terni) e che, ad esempio, derivano dall'attuale organizzazione dei sette ospedali di emergenza e dall' inutile duplicazione di alcuni servizi. Rimosse tali criticità attraverso un'adeguata razionalizzazione ed opportune linee guida regionali, occorre, secondo Fratini, utilizzare bene i sevizi esistenti, che sono sufficienti. E tra le soluzioni innovative da mettere in campo ha indicato, tra l'altro, l'integrazione con il privato, ove necessario, mettendo insieme le risorse pubbliche e private, consentendo maggiore rapidità d'intervento e servendo anche da stimolo per i servizi pubblici per una crescita comune.
Ha evidenziato infine la sua azione manageriale nella ripartizione delle risorse seguendo la logica di impiegarle verso i "servizi veri, che servono alla popolazione" e non verso i servizi che vengono inutilmente richiesti. Ed ha concluso affermando l'esigenza di un'etica professionale nell'utilizzo corretto delle risorse riconoscendo al riguardo il ruolo attento e responsabile dei medici di medicina generale nel fronteggiare gli eccessi di consumo dei farmaci e l'inappropriatezza delle cure.