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"Un nuovo patto per una cittadinanza allargata"

25 Agosto 2011

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"Una nuova educazione alla cittadinanza, e a partire da questa un nuovo patto di cittadinanza basato sui principi della Costituzione". Il Meic rilancia la sua battaglia per una  "laicità includente, aperta a credenti e non, basata sulla mediazione culturale e capace di accogliere i nuovi cittadini" e lo fa, spiegano gli organizzatori, con una giornata interamente dedicata al tema "Appartenenza e cittadinanza" ospitata oggi all'interno della sua Settimana teologica su "Le religioni nella città" in corso a Camaldoli. Ad intervenire sono stati il filosofo Roberto Gatti, il costituzionalista, e vicepresidente del Meic, Luigi D'Andrea e l'avvocato Francesco Russo.
Il professor Gatti ha sottolineato come "in questo passaggio storico diventa sempre più drammaticamente evidente la compatibilità problematica tra il neo-capitalismo e i principi politici della democrazia" e ha invocato "l'impegno dei cattolici democratici a combattere la sottomissione della democrazia ai mercati e alle strutture finanziarie", così come indicato "dalla Dottrina sociale della Chiesa". Solo così, ha concluso, si potrà "riconquistare l'autonomia della sfera politica" e "realizzare una compiuta cittadinanza democratica, cioè una cittadinanza civile, politica e sociale", senza attendere che essa "ci venga confezionata solo dai governi, ma imparando a costruirla dal basso".
Questo processo partecipativo, ha aggiunto il professor D'Andrea, deve puntare anche a una ridefinizione del concetto stesso di cittadinanza. "Le varie identità culturali, di civiltà e di religione, le identità politico-istituzionali e la dinamiche economico-sociali - ha detto il vicepresidente del Meic - non possono più essere tenute separate. Esprimere la propria identità culturale nella nostra società, partecipare alla vita politica e lavorare e pagare le tasse sono livelli oggi troppo spesso distanti". Secondo il costituzionalista "serve allargare la cittadinanza, o trovare modalità nuove di partecipazione per chi non gode ancora della cittadinanza, o addirittura, estremizzando, radicare i diritti politici nella residenza: delle forme possiamo discuterne, ma non possiamo comunque lasciare che queste tre dimensioni restino divise. In questa direzione il cammino di integrazione europea è la strada da continuare e coltivare".
Un nodo particolarmente cruciale è quello della libertà religiosa: "Senza questo presupposto di libertà, non c'è futuro per la convivenza civile", ha detto l'avvocato Russo. "Educare alla libertà religiosa è una necessità impellente nella società di oggi, soprattutto perché è un bisogno che non riguarda solo le giovani generazioni, che sono facilitate anche nella loro esperienza di convivenza nella scuola, ma che interroga soprattutto gli adulti. Questa responsabilità educativa investe profondamente i credenti, che conoscono il valore di vivere secondo la propria identità religiosa".
Il Meic continuerà la riflessione su questi temi attraverso l'Osservatorio sulla cittadinanza, uno dei gruppi di lavoro istituiti dal Movimento come strumento di vigilanza sui temi sociali, politici, economici e ambientali. "Vogliamo rimettere al centro della riflessione la questione istituzionale come ambito principale di impegno per restituire centralità ai cittadini nei processi di partecipazione pubblica - ha precisato uno dei due coordinatori dell'Osservatorio, Umberto Ronga - e operare una valorizzazione in termini educativi e culturali della cittadinanza responsabile".

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