di BEPPE ELIA

Pierino Lacorte ha attraversato la storia dei laureati cattolici  e del MEIC per molti decenni, con uno stile assolutamente originale. Era uomo dalle passioni forti, dalle convinzioni radicate, accompagnate da un rigore anzitutto personale, ma che pretendeva anche dalla Chiesa e dal movimento in cui ha scelto di impegnarsi.

Non era facile lavorare con Pierino, perché domandava molto e talvolta anche più di quanto potessimo fare, ma credo che gli abbiamo voluto bene proprio per questo suo temperamento irruento e per questa tensione ad andare avanti, a non accontentarci. Ha preso molto sul serio la fede, e sull'insegnamento conciliare ha maturato il suo servizio disinteressato alla Chiesa e alle persone più deboli.

Prendeva la parola sempre, per dire ciò che più gli stava a cuore, e lo faceva con lo stile dei profeti biblici, diretto, senza timori, per chiedere più iniziativa, per sollecitare coscienze, per riprendere strade che si erano abbandonate. La sua ruvida franchezza gli è costata molto nella vita, ma Pierino ha accettato questa condizione per fedeltà alle sue convinzioni.

E' stato un uomo di straordinaria generosità, realizzatore e sostenitore di quel villaggio SOS per minori di Ostuni che rappresenta un modello di attenzione ai più fragili; ma anche medico che ha considerato la sua professione un servizio alla persona prima ancora che un impegno per la cura delle malattie.

Il suo temperamento lo ha talvolta portato a contrasti che taluni hanno patito, ma credo gli abbiano anche perdonato. Perché egli rimane nel cuore di tutti soprattutto per l'entusiasmo e la forza della sua presenza nel mondo e nella Chiesa.

Caro Pierino, il Signore ti accolga nella sua pace.