Cari amici,
ormai la percezione della vicinanza del Natale si fa sempre più viva grazie anche alle luci e agli addobbi che ci sommergono. A noi, tuttavia, è richiesto di andar oltre questa ovattata atmosfera, rivivendo l'evento straordinario della nascita del Signore per ciò che storicamente ha significato e per le sue inimmaginabili conseguenze su ciascun uomo e sull'umanità intera. La celebrazione del Natale è un'occasione propizia per rivitalizzare e far crescere quel senso dell'attesa che, mantenuto vivo dagli antichi profeti di Israele, trovò a Betlemme il suo primo compimento e insieme il suo rilancio. Nella mangiatoia, infatti, non fu scritta la parola fine a quell'attesa che invece si indirizzò verso un futuro nuovo, una meta che è oltre la storia, verso il compimento del Regno di Dio. E' questa l'attesa che noi cristiani coltiviamo e per la quale spendiamo la vita. Papa Benedetto in una recente catechesi esortava a chiedersi: "Io che cosa attendo?". Certamente, chi è protagonista e soddisfatto di sé non ha la propensione ad attendere alcunché dagli altri. La nostra vocazione, invece, è quella di attendere il Regno come dono, leggendone i segni dell'arrivo nella vita quotidiana ed affrettandone la venuta con la nostra azione. Un bel segno ce lo ha fornito di recente quell'uomo coraggioso che ha salvato la vita a uno sconosciuto caduto sui binari della metropolitana; è intervenuto senza indugio sottraendolo appena in tempo alle ruote del treno in arrivo. Gratuità e coraggio: ecco le caratteristiche che sono irrinunciabili anche nel nostro agire nell'attesa del Signore.

E' proprio questo l'augurio che, in occasione del Natale, rivolgo ad ognuno di voi e al Meic tutto: attendere il Signore lavorando gratuitamente e coraggiosamente al bene di tutti.

Don Cataldo, Luigi, Costantino e Doriana si uniscono a me in questo augurio cordiale.

Roma, Santo Natale 2010

Carlo Cirotto
Presidente nazionale

Nella galleria le immagini degli auguri giunti al Meic da gruppi locali, associazioni, enti e amici del Movimento: un modo per condividere la gioia di questo tempo.