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LODI "Giovani senza futuro?"
25 Febbraio 2012
![Immagine Immagine](allegati/image/2012/02/20831.jpg)
Lunedì 27 febbraio torna l'appuntamento con gli incontri pubblici promossi dal Meic di Lodi.
Come è ormai tradizione la serata avrà luogo presso l'aula magna del Liceo
Verri, in via san Francesco a Lodi, con inizio alle ore 21.
Per l'occasione sarà ospite ALESSANDRO ROSINA, saggista e
docente di demografia presso l'Università Cattolica di Milano, autore negli
ultimi anni di numerosi studi sul tema della serata, che abbiamo intitolato
"GIOVANI SENZA FUTURO?".
Grazie all'apporto di un ricercatore così preparato e competente si potrà approfondire tanti dei nodi problematici che investono la struttura dei rapporti
tra le generazioni nella nostra società, a partire dalla questione forse
centrale, la necessità di un deciso riequilibrio delle opportunità e delle
risorse tra adulti, anziani e "nuove leve".
Per meglio descrivere la portata per ciascuno di noi del tema che
affronteremo, è sufficiente riportare alcune frasi tratte dal volume "NON È
UN PAESE PER GIOVANI", scritto nel 2009 dal professor Rosina a quattro mani
con la giornalista Elisabetta Ambrosi.
Anzitutto la citazione di apertura, tratta da un articolo
dell'indimenticato Edmondo Berselli:
"A lungo si è detto
che con il debito pubblico stavamo ipotecando il futuro dei nostri figli.
Evidentemente non bastava: noi siamo fatti così, le nuove generazioni ci piace
rapinarle".
Questo invece l'incipit del libro:
"Generazione
"rapinata": un'immagine che ben sintetizza la condizione di chi è giovane nel
nostro paese. E ben rappresenta anche il senso di colpa che dovrebbe disturbare
il sonno di chi appartiene alla generazione degli attuali sessantenni. Le loro
responsabilità sono molte e chiaramente individuabili, C'è poco da salvare della
loro azione pubblica. Ci si ricorderà di loro come di una generazione abile a
farsi classe dirigente, spietata nel difendere le proprie posizioni di potere,
incurante del bene comune e della crescita dell'Italia. Conclusa la stagione
nella quale lo Stato e l'economia hanno fatto leva sul debito pubblico e sulla
svalutazione della lira, le nostre élite hanno mostrato impietosamente tutta la
loro disarmante incapacità".
Muovendo da questo quadro, che può sembrare a tinte fosche ma si rivela
quanto mai attuale, cercheremo di capire se e in che modo sia oggi ancora
possibile "invertire il senso di marcia" e ridare alle generazioni più giovani
motivi e strumenti immediatamente disponibili per immaginare un futuro diverso
nel nostro Paese.