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MEIC PERUGIA Al lavoro dopo la Settimana sociale

02 Novembre 2010

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di ANNARITA CAPONERA
(presidente del gruppo Meic di Perugia)

Si è svolto giovedì 21 ottobre 2010 presso il Centro d’Accoglienza di Perugia il primo incontro del gruppo Meic programmato per il nuovo anno sociale, mettendo a tema un approfondimento di ciò che è stato discusso nella recente Settimana sociale dei cattolici italiani. Erano presenti anche alcuni dei rappresentanti della nostra diocesi a Reggio Calabria, in particolare don Roberto Biagini, la prof.ssa Pievaioli, Maria Rita Valli (come stampa cattolica) ed i docenti universitari Carlo Cirotto e Pierluigi Grasselli. Nell’ampio scambio di opinioni che ha caratterizzato la serata, introdotta da don Elio Bromuri, è emersa un’analisi del nostro Paese come una realtà in standby, cioè in attesa: la Chiesa, è stato sottolineato, dovrebbe fungere da voce profetica, che richiama e desta energie nuove, in vista della costruzione di una città degli uomini che abbia, come collante, la ricerca del bene comune, non limitandosi alla enunciazione dei principi, ma promuovendo un metodo di lavoro comune con tutte le componenti della società. Sul metodo, per esempio, ha insistito il prof. Grasselli, osservando che è molto importante la questione metodologica, perché consentirebbe di risolvere tutti i problemi a livello locale, nell’area del lavoro (politiche del lavoro) e nell’area del welfare per rivitalizzare la società civile e rilanciare la democrazia partecipativa (che sta decadendo per le gerarchie) come ha detto in Calabria il rettore della Cattolica professor Ornaghi.

Molto sentita, secondo quanto riportato dai delegati in Calabria, la questione del lavoro e della sua precarietà, a cui la Chiesa italiana non da oggi cerca di rispondere, promuovendo per esempio il “Progetto Policoro”. Nei lavori della Settimana molta eco, quasi una provocazione secondo la percezione di molti delegati, l’hanno avuta le tesi del calo demografico, con il conseguente rapido invecchiamento della popolazione, che ha inevitabili ripercussioni nell’economia, in termini di sviluppo e non solo di stato sociale. Particolare rilievo, dai nostri delegati diocesani, è stato dato anche all’intervento di Giuseppe Savagnone, docente di Palermo e già relatore al Convegno ecclesiale del 1995, il quale ha ribadito il sì ai principi non negoziabili, ma in un quadro che non ricordi solo il fine o inizio della vita, ma anche ciò che ci sta in mezzo, ossia tutta l’esistenza quotidiana. Altra questione, di stretta attualità tra quelle emerse a Reggio Calabria, è quella educativa, con la sottolineatura della carenza, per le giovani generazioni, di adulti di riferimento.

Qualche critica è stata riportata dai delegati, in particolare sui tempi troppo ristretti nei lavori di gruppo, dove è emerso, tra l’altro, la fatica di parlarsi anche tra le componenti ecclesiali a causa delle divisioni che sono presenti nel quadro politico e che, di fatto, sono presenti ed influenzano pure la compagine ecclesiale. Inoltre è stato fatto notare che, benché i laici fossero presenti in gran numero, a livello mediatico è passata un’immagine un po’ sbilanciata sulla gerarchia.

Unanime è stata la considerazione che la Settimana sociale deve poi portare ad una riflessione che dovrà essere rilanciata nel territorio. L’idea dell’agenda che è passata alla settimana sociale è tra l’altro stata ripresa dall’Umbria, da Terni e da Assisi, l’anno scorso nell’incontro di dicembre.

© La Voce - Settimanale cattolico dell'Umbria