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BENEDETTO COLUI CHE VIENE Due voci dal deserto per la Buona notizia

10 Dicembre 2017

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di DON GIOVANNI TANGORRA

In linea con l’Avvento, la liturgia di questa seconda domenica presenta due testimoni di eccezione, che colpiscono per il modo di annunciare il Dio che viene. 

Nella prima lettura s’incontra il Secondo Isaia, che a un popolo prostrato dalla prova dell’esilio rivolge parole di dolcezza, guidate dall’immagine luminosa di un Dio che viene per consolare. Il doppio imperativo trasforma l’oracolo in un comando che deve correre di voce in voce: «Consolate, consolate il mio popolo». È Dio stesso a prendersi l’impegno, raffigurandosi nell’atto del pastore che raduna il suo gregge, che «porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri». L’anonimo profeta si fa carico del dolore del popolo ed esce dai canoni tradizionali del Dio giustiziere, rivolgendo un messaggio di salvezza che concentra tutta la tenerezza di Dio. 

Il secondo testimone è Giovanni Battista. Difficile sottrarsi al fascino di questo personaggio, che seduce per la coerenza della vita, fino a diventare vittima di uno dei più bassi intrighi di potere. Vive da povero, indossando peli di cammello e si paragona a una voce che annuncia la venuta del Messia. Come chi vede la luce oltre la nebbia, riesce a scorgerlo e lo proclama “il più forte”, equiparando il proprio battesimo all’acqua e il suo alla forza dello Spirito. Non si sente nemmeno degno di sciogliergli i legacci dei sandali. Ma Giovanni è anche una “voce che grida” e che ha il coraggio di dire cose sgradite alle nostre orecchie: ristabilite il diritto, raddrizzate i cuori, scacciate la superbia, convertitevi!

Il Secondo Isaia e Giovanni sono uniti dal filo dell’attesa e hanno per scenario un medesimo luogo: il deserto. Nella Bibbia è il simbolo della memoria, che ricorda il passaggio dalla condizione di non-popolo a quella di popolo di Dio; il pellegrinaggio di chi cercava una terra dove scorresse “latte e miele”; l’orgoglio di Massa e Meriba, dove il popolo non ha voluto riconoscere le visite di Dio. Nella voce dei due profeti il deserto prende vita e proclama l’euanghelion, una lieta notizia. Nel Secondo Isaia è il Dio che viene per consolare e salvare, nel Battista è il Messia coperto dalla folla radunata intorno al fiume della speranza, il Giordano. Grazie a loro il silenzio del deserto si è fatto voce di liberazione. 

Le parole del Secondo Isaia e del Battista sono quelle che vorremmo sempre sentire sulla bocca della Chiesa, chiamata ad annunciare Cristo e non se stessa; ad aiutarci a discernere la Parola, in mezzo a tante parole vuote e assordanti; a rincuorare chi si è perso per strada.