di VITO D'AMBROSIO

Potentemente coinvolgente ieri sera la Via Crucis. In uno scenario peculiare - la bellezza grande dello sfondo e la piazza deserta - le meditazioni richieste da Francesco su una realtà volutamente ignorata da moltissimi di noi, il carcere, il cui valore afflittivo stiamo provando di persona, già stanchi ed esasperati dopo nemmeno due mesi di quarantena. E, particolare significativo per che chi ha una certa età, la "collocazione" della cerimonia in una sola rete, mentre le altre proseguivano nei loro palinsesti, ha fatto risaltare il contrasto con la prassi di tanti anni fa, quando la tv nata da poco celebrava il Venerdì Santo prima col silenzio totale e, negli anni successivi, nell'unica rete in bianco e nero, proiettando film "in sintonia", magari capolavori ma a volta simili alla fantozziana Corazzata Potemkin. Dall'Italietta molto spesso ipocritamente bigotta di quegli anni si è proceduto - ma anche qui l'ipocrisia fa talvolta capolino - sulla strada di una convivenza tranquilla tra fede e laicità. Lontana quindi da insopportabili trionfalismi, la fede può finalmente esprimersi in una mite, umile, però solida testimonianza. Come mi piacerebbe che fosse sempre.

Buona Pasqua, pure se "ingabbiata".