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LECCO La libertà religiosa, "initium libertatis"

16 Maggio 2013

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di LAMBERTO RIVA

Lunedì 6 maggio scorso si è tenuto il primo degli incontri promossi da MEIC di Lecco su uno dei temi più ‘sensibili' del Vaticano II, ‘La libertà religiosa', che ci si propone di affrontare in tre tappe, nella prima delle quali ci si è soffermati sull'aspetto storico fondante, facendo riferimento cioè all'età di Costantino ed al cosiddetto ‘ Editto di Milano'del 313, che "ha un significato epocale perchè segna lo ‘initium libertatis ‘dell'uomo moderno. Il tema è stato affrontato dal prof. Ermanno Arslan, accademico dei Lincei, il quale, a dire il vero, ha trattato da par suo ( con linguaggio sobrio ma ricco di concetti ben circoscritti e puntualmente documentati) il tema da una angolatura particolare , e cioè"Costantino e l'ideologia dell'Impero Cristiano", seguendo la traccia e la documentazione della mostra di Costantino che si è tenuta a palazzo reale a Milano, della quale Arslan è stato uno dei curatori. Proprio dalla proiezione dell'immagine di due teste di imperatori ivi esposte, probabilmente di Decio e Probo, il relatore ha preso lo spunto iniziale per mostrare il volto del potere del III secolo d. c., immagini di resa naturalistica che impersonano autorità tendenti ad un potere assoluto in una situazione di crisi ‘irreversibile' dell'impero romano. Ritratti ‘terrificanti'che dovevano cioè causare terrore , e per questo tecnicamente rappresentate con teste ‘cubizzanti', come quella in porfido di Diocleziano, mostrata ad esempio

Costantino cambierà profondamente, anzi essenzialmente, il ritratto dell'imperatore, perché cambierà radicalmente l'ideologia imperiale; a partire dal 324, quando egli riunifica tutto il potere nelle sue mani e recepisce in pieno il Cristianesimo, ponendolo come fondamento del nuovo impero, che diventa appunto impero romano-cristiano, e lo lascerà così in eredità a tutto il medioevo; anzi lo spirito di fondo di questa ideologia arriverà almeno fin a Napoleone attraverso soprattutto le figure di Carlo Magno e di Federico II.

Il prof Arslan si ferma quindi a presentare e illustrare la figura centrale di Costantino, a partire dalla sua discendenza da Costanzo Cloro e da Elena, sua legittima compagna borghese, ed al suo avvento al potere soprattutto con la vittoria finale su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio del 312, e poi la sua ripresa dell'editto di Galerio del 311 (di cui il cosiddetto Editto di Milano di Costantino è un semplice rescritto) Comunque il relatore puntualizza che l'editto di Galerio è il vero documento che ‘segna' la libertà dei cristiani nell'impero Romano,non solo ma introduce un periodo di vera tolleranza religiosa, riconoscendo ad ogni gruppo di professare la propria religione (come d'altra parte era nella tradizione e nello spirito romano il recepimento e la tolleranza non solo di ogni religione ma anche di ogni cultura e costumanza). Il prof. sottolinea quella che per lui è la vera novità, e cioè che nell'editto Galerio,erede di un potere che aveva perseguitato i cristiani, chiede agli stessi di cooperare al bene dello Stato pregando il loro Dio per l'impero stesso. Costantino, che diventato imperatore era robustamente pagano ed amava immagini dell'imperatore come padrone assoluto, come gli altri predecessori, anni dopo recepisce questo editto come recepisce in pieno il cristianesimo e ne fa il fondamento della nuova ideologia dell'impero romano e cristiano, appunto. Frutto di conversione di Costantino?! Non lo si saprà mai! Certo Costantino vede qui la propizia occasione per rinsaldare fortemente il suo potere, dopo la fine di Licinio e l'unificazione dell'Impero: la data simbolo è appunto il 324 E' allora, come riferisce Eusebio, che Costantino racconta il Suo famoso ‘Sogno', col motto ‘in hoc signo vinces' , ed utilizzerà in pieno l'opera di sua madre Elena e la di lei famosa ‘invenzione' della vera croce, finendo anche per inventare ‘il labaro', nella sua veste di imperatore del ‘nuovo' impero, che doveva diventare l'insegna ufficiale dell'impero e di tutto l'esercito imperiale. Il ‘labaro' portava impressi la croce ed il monogramma di Cristo, il famoso ‘Crismon' ,che rappresentava nell' abbreviazione del nome di Cristo l'insegna della nuova divinità cristiana, del Dio dei Cristiani.

Il prof Erslan ha documentato il labaro presentandoci delle monete su cui è raffigurato l'imperatore che si appoggia al labaro, riconoscendolo così come suo sostegno e considerando se stesso come semplice funzionario dello Stato, quasi servitore e non padrone dello stesso, e che guarda verso l'alto il Crismon e quindi verso Dio. E' rappresentato anche sopra un carro , simbolo dell'Impero, che lui stesso guida verso l'alto, verso Dio (richiamo evidente, tra l'altro, alla figura biblica di Elia rapito in cielo su un carro di fuoco!) In Costantino comincia così la tradizione dell'imperatore per ‘Grazia di Dio', tradizione che arriverà almeno fino a Napoleone.

Il ‘Crismon' è inciso anche sugli scudi e sugli elmi, di cui vengono mostrate bellissime immagini.

Altre monete su cui compare l'imperatore che si mette il labaro sulle spalle, aggiunge Arslan,non sono certo del tempo di Costantino né ne rispecchiano lo spirito, ma si riferiscono a personaggi di un altro tempo in cui si va verso il potere assoluto, che si serve anche del potere religioso anziché servirlo.

Il relatore conclude la sua conversazione, purtroppo un po' bruscamente interrotta per motivi logistici, con un rapido cenno al problema ‘tolleranza - intolleranza', affermando che la tolleranza appartiene solo al periodo di fine III secolo ed inizio del IV (ed anche la poca documentazione in merito della sunnominata mostra offre documenti solo del III secolo)...poi purtroppo l'ìmpero romano cristiano, a partire dall'anno 380 con Teodosio, va sempre più verso l'intolleranza non solo nei confronti del paganesimo ma anche di tutte la altre religioni o manifestazioni religiose fino ad arrivare, per esempio, a costringere le sacerdotesse di riti che prevedevano il ‘nubilato'a sposarsi per eliminare il loro status religioso e con esso la loro libertà di religione. Cenno a parte va fatto per gli ebrei , di cui in mostra c'è un loro ‘menorah', che è datato III secolo, i quali poi saranno tra le vittime più perseguite della intolleranza cristiana per secoli fino all'olocausto del secolo scorso ad opera dei nazisti

Resta aperto infatti tutto il'enorme problema del secolare dramma, più volte sfociato in tragedia, del processo di maturazione della libertà del credente come in generale dell'uomo e del cittadino come resta totalmente scoperto il tema dei riflessi diretti ed indiretti, positivi e negativi, dell'avvento dell'impero costantiniano sulla Chiesa e in genere sulla cristianità., che può essere condensato sotto l'etichetta'Età costantiniana della Chiesa'. Il MEIC si propone nell'incontro di giovedì 23 maggio prossimo di affrontare un po' tutta questa problematica sotto la guida del prof. Don Saverio Xeres, che è un vero esperto della materia.