Presentato il laboratorio di Pax Romana per il Sinodo sul Medio Oriente
06 Ottobre 2010
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ROMA - "Qui in Europa il Medio Oriente ci sembra
lontano e pericoloso, e invece è molto più vicino di quanto pensiamo e
soprattutto è ricco di risorse che non conosciamo": è per questo, ha
spiegato Philippe Ledouble, vicepresidente mondiale di Pax Romana, che il movimento internazionale degli intellettuali cattolici organizza un laboratorio sui temi del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Il workshop, che ha preso il via oggi e andrà avanti fino al 9 ottobre,
è stato presentato questa mattina a Roma in una conferenza stampa alla
quale sono intervenuti alcuni dei relatori del convegno: monsignor Paul Hinder, vicario apostolico di Arabia, padre Rafiq
Khoury, parroco di Bir Zeit (Territori palestinesi) e invitato al
Sinodo come esperto, suor Katia Antonios Mikhael della Caritas Medio
Oriente e William Gois, coordinatore del Migrants Forum of Asia, oltre
che Carlo Cirotto, presidente del Meic (membro italiano di Pax Romana).
Pax Romana ha convocato a Roma per questo laboratorio più di cinquanta
rappresentanti del laicato e del mondo intellettuale cattolico dei
paesi dell'area mediorientale: l'obiettivo è quello di ragionare
intorno ai temi indicati nell'Instrumentum Laboris del Sinodo
(questione politica, rapporto Occidente-islam, migrazioni, ecumenismo,
servizio dei cristiani nella società civile, libertà religiosa) e di
produrre un documento che sarà consegnato ai vescovi che prenderanno
parte all'assise vaticana come contributo del laicato.
"E' un'iniziativa ottima perché il contributo dei laici è importante", ha commentato il vescovo Hinder,
che ha portato la sua testimonianza di pastore di una regione che
comprende sei stati (Emirati arabi, Bahrein, Qatar, Oman, Arabia
saudita e Yemen) e nella quale vivono oltre 2 milioni e mezzo di
cattolici. "Di solito quando in Occidente si parla di Medio Oriente si
pensa solo alla Terra Santa, o al massimo a Dubai, anche a causa della
crisi economica. Invece l'Arabia è una realtà importante, anche se
sconosciuta, dove c'è una comunità cristiana viva, composta
esclusivamente da immigrati (filippini e indiani soprattutto), che va
avanti nonostante le restrizioni alla libertà religiosa. Dal Sinodo noi
ci aspettiamo uno sguardo verso il futuro, così come indicato dal tema
che è 'Comunione e testimonianza'. Un rafforzamento della comunione,
all'interno della Chiesa, tra le diverse tradizioni, porterà anche a un
rafforzamento della nostra capacità di testimonianza sia nella nostra
regione che nei confronti del mondo intero".
Diversa, invece, la prospettiva di padre Khoury,
rappresentante della comunità cristiana delle origini, quella della
Chiesa di Terra Santa: "Noi siamo cristiani da 2000 anni e la nostra
gente è originaria di quella terra così come lo sono gli arabi e gli
ebrei". Il sacerdote del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini ha
raccontato il contributo della propria comunità cristiana al processo
di ricerca di una pace duratura e stabile nell'area
israelo-palestinese, e in particolare ha parlato del Documento Kairos,
un testo redatto da alcuni cristiani palestinesi dove, ha spiegato, "si
espone la nostra situazione, si sottolinea come la Parola di Dio sulla
Terra Santa va interpretata come diretta al bene di tutti e non di una
sola parte, e si compie la scelta di resistere al male doverosamente e
pacificamente".
Del contributo significativo dei cristiani nelle società civili del Medio Oriente ha parlato suor Mikhael,
medico religiosa saveriana impegnata in Caritas: "La Chiesa cattolica,
attraverso le proprie istituzioni sociali, contribuisce a portare nella
cultura orientale i valori del rispetto dei diritti umani, della tutela
della salute, dell'educazione e della giusta informazione. Oggi i
cristiani hanno davanti due strade: ripiegarsi su se stessi o emigrare.
Il Sinodo deve indicare una terza via: aprirsi sul piano sociale e
religioso alla comunione e alla testimonianza, rifuggendo la tentazione
del ghetto e esplorando il pur faticoso percorso di uno sviluppo comune
tanto dei cristiani quanto dei musulmani. E' una sfida che ci riguarda
tutti".
La realtà dei fenomeni migratori è stata sottolineata da William Gois del Migrants Forum of Asia, un network che collega associazioni ed enti
che si occupano dei migranti nel continente asiatico: "Siamo davanti a
una questione globale che riguarda un'enorme quantità di persone alla
ricerca di condizioni di vita migliori e di un lavoro decente, in gran
parte donne. Sono soggetti deboli e praticamente invisibili, e per
questo a forte rischio di sfruttamento e di violazione dei diritti
umani. Spero che anche loro siano messi al centro della discussione del
Sinodo".
"Dobbiamo sollecitare sempre di più una presa di coscienza sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente", ha concluso Carlo Cirotto.
Secondo il presidente del Meic "c'è un obbligo morale dei cristiani
occidentali di sollecitare la nostra opinione pubblica nei confronti di
quella realtà. Il Meic si impegna da anni in questa direzione,
soprattutto attraverso i gruppi locali, e lo farà sempre di più".
Il documento finale del laboratorio di Pax Romana sarà presentato
sabato 9 ottobre alle 11 in via della Conciliazione 1 (Sala dell'Azione
cattolica) e consegnato ai Padri sinodali che saranno presenti.
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PAX ROMANA - MIIC
Dal 6 al 9 ottobre
Domus Mariae, via Aurelia 481, Roma
6 OTTOBRE
Modulo 1 (mattino) - La frattura tra Occidente e Islam
Al centro di questo modulo il grande malinteso della questione mediorientale: la frattura tra Occidente e Islam. Ciascuno può riconoscere che Occidente non significa "i cristiani" e che per questo l'Islam non identifica il Medio Oriente. Per questo Occidente e Islam sono realtà non comparabili e non prettamente politiche, e la frattura avvelena la vita internazionale e in particolare, da alcuni decenni, la vita dei cristiani del Medio Oriente
- Un rappresentante del World Economic Forum: "Il programma del WEF: risultati, sfide e valutazioni"
- Joseph Maïla, responsabile delle Politiche religiose per il Ministero degli Esteri della Repubblica francese: "Come trattare la frattura politicamente: l'esempio della Francia"
- Stefano Ceccanti, senatore della Repubblica italiana: "Come trattare la frattura politicamente: l'esempio dell'Italia"
Modulo 2 (pomeriggio) - Le migrazioni in Medio Oriente
Il rapido sviluppo economico di alcuni Stati mediorientali, in particolare di quelli del Golfo, ha richiamato l'arrivo di un numero impressionante di immigrati. Quali sono le loro condizioni, quali le ripercussioni geopolitiche? Tra di loro vi è un numero significativo di cristiani, e molti si situano sui gradini più bassi della scala sociale: filippini, cingalesi, indiani, pachistani o cristiani dell'Africa nera. Un volto del cristianesimo non occidentale, legato agli svantaggiati: quali sono le conseguenze politiche, sociali e religiose?
- William Gois, coordinatore del Migrant Forum of Asia (MFA): "Un'analisi a partire dai Paesi asiatici"
- Paul Hinder, vescovo, vicario apostolico di Arabia: "Il nuovo volto della Chiesa nei Paesi del Golfo"
7 OTTOBRE
Modulo 3 (mattino) - Ecumenismo e servizio alla società
- Gaby Hachem, responsabile Fede, unità e presenza cristiana al MECC (Middle East Council of Churches): "L'ecumenisco con elemento di risoluzione dei problemi dei cristiani in Medio Oriente"
- Katia Antonios Mikhael, Caritas Medio Oriente e Nord Africa: "I cristiani al servizio della società mediorientale: insegnamento, sanità, servizi sociali"
Modulo 4 (pomeriggio)
Visita al Pontificio istituto di Studi arabi e islamistica: incontro con Miguel Angel Ayuso Guixot (rettore) e Michel Saghbiny (direttore degli studi)
8 OTTOBRE
Modulo 5 (mattino) - Verso un quadro politico che permetta ai cristiani di vivere in Medio Oriente?
La posizione dell'Instrumentum Laboris sulla questione si riassume nella formula: separazione tra Chiesa e Stato per garantire i diritti delle minoranze. E' questa la condizione per il rispetto dei diritti delle persone e delle comunità e per l'edificazione di uno Stato di diritto. Questa "soluzione" non pecca forse di un certo etnocentrismo che non riconosce la democrazia se non nella sua forma occidentale? Si possono immagine altre vie di sviluppo democratico?
- Bernard Sabella, sociologo dell'Università di Betlemme, parlamentare palestinese: "La soluzione del conflitto israelo-palestinese: premessa a ogni discussione e a ogni difficoltà"
- Otmar Oerhring, responsabile Diritti dell'uomo all'agenzia Missio (Aachen) e Boutros Labaki, professore del Centro libanese di sviluppo sociale ed economico, "Valutazione del modello laico in Medio Oriente: garanzia per le minoranze?"
Modulo 6 (pomeriggio): Elementi per una soluzione?
Non è sufficiente analizzare le difficoltà, ma bisogna mostrare vie di soluzione ai problemi, rendendo visibili gli sforzi che già si compiono, anche se a volte appaiono piccoli in proporzione all'ampiezza delle difficoltà.
- Rafiq Khoury, sacerdote di Betlemme: "Il Documento Kairos"
A conclusione: partecipazione al seminario dell'Azione cattolica italiana e dell'Istituto Toniolo su "Gerusalemme: temi aperti di diritto internazionale" (programma)
9 OTTOBRE
Presentazione del documento finale (via della Conciliazione, ore 11) con la partecipazione di alcuni padri sinodali.