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SCIENZA E FEDE

Voltaire

La Religione di Voltaire

Dal libro "Preghiere" di Gianfranco Ravasi (ed. Mondadori) si possono leggere i versi rivolti a Dio, scritti anche da razionalisti o da scienziati. Uno di questi personaggi è Voltaire (François-Marie Arouet, filosofo francese - 1694 -1778). Una "preghiera" scritta da un uomo che è stato lungamente visto, dalla maggior parte dei credenti, come un razionalista implacabile e un polemista, sicuramente ateo. Voltaire fu certamente un grande critico della Chiesa cattolica, ma affermare che è stato un critico della religione significa dare un'immagine di Voltaire ateo, e ciò sarebbe una cattiva interpretazione. Seppur non religioso, in realtà era un uomo profondamente credente. Il suo era un Dio senza Chiesa e rifiutava due aspetti della religione: il confessionalismo e tutto ciò che aveva a che fare con i testi sacri, contro i quali esercitò una critica staffilante e feroce.

Come gli eretici medioevali e i riformatori sinceri, Voltaire confrontava lo stato della Chiesa della sua epoca con il Vangelo. Ciò che egli intendeva come il vero cristianesimo era una religione semplice, razionale, umanistica e non confessionale.

Voltaire era quindi un deista. Il deismo è una "religione" fondata sulla semplicità teologica, diciamo basica, non confessionale, non dogmatica, non metafisica, che si regge sui valori morali ed alcune concezioni considerate come generalmente accettabili da tutti. In questo sistema Dio è "il grande orologiaio", creatore dell'universo, che interviene poco negli affari del mondo e soprattutto il garante dei valori morali. Voltaire ad esempio disprezzava gli sforzi di provare l'esistenza di Dio. Era convinto che tutta la natura, da sé, e senza essere filosofi, ci mostra che esiste un Dio.

Dio e l'immortalità dell'anima: solo questi due elementi teologici sono, secondo Voltaire, le costituenti di base della religione. Scriverà che la ragione umana non è capace di dimostrare l'immortalità dell'anima.

La religione di Voltaire è quindi razionale ed il suo punto di vista è teso ad adorare un Dio senza voler penetrare nell'oscurità dei suoi misteri. Rifiuta le cosiddette prove dell'esistenza di Dio: quelle elaborate dalla Scolastica gli sembrano completamente inutili e folli. Il centro della religione non è nei dogmi e nelle cerimonie: la vera religione è una fede semplice e non dogmatica in Dio.

Voltaire non solo non era ateo, ma è stato un critico dell'ateismo e del materialismo. Possiamo immaginarlo che ridacchiava davanti alle circonlocuzioni teoriche di chi tentava di dimostrare l'esistenza di Dio, per lui cosa vana e insensata. Scriverà infatti: "Quando si osa affermare che Dio non esiste, che la materia agisce da sé, per una necessità eterna, occorre dimostrarlo come una proposizione di Euclide, senza la quale voi fondate il vostro sistema su un "forse". Bel fondamento per la cosa che interessa di più il genere umano!».

Possiamo quindi comprendere come i versi da lui scritti e qui riportati rappresentino una preghiera rivolta al Dio di tutti e di tutto, al di là del proprio credo. Da questi versi emerge l'essenzialità dell'amore:

 

Mi rivolgo a te, dio di tutti gli esseri,

di tutti i mondi e dei tempi.

Tu non ci hai dato un cuore perché ci odiassimo,

né delle mani perché ci strozzassimo.

Fa che ci aiutiamo l'un l'altro a sopportare

il peso di un'esistenza penosa e fuggevole.

Fa che tutte le sfumature che distinguono

Questi atomi chiamati uomini

non siano segnali di odio e di persecuzione.

Fa che coloro che accendono ceri per celebrarti

non disprezzino coloro che si accontentano

della luce del tuo sole.

Fa che coloro vestono una tela bianca

per dire il loro amore a te

non destinino coloro che dicono la stessa cosa

con un mantello di lana nera.

Possano tutti gli uomini ricordarsi di essere fratelli!

Se l'orrore della guerra è inevitabile,

non odiamoci almeno quando regna la pace.

Usiamo questa esistenza breve come un istante

per benedire in mille lingue diverse,

dal Siam sino alla California,

la tua bontà che ci ha donato questo istante.

 

 

Luigi Russo