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CONVEGNO DI CASERTA Barca: il Sud cresce se lo Stato "destabilizza" gli equilibri che lo bloccano

12 Novembre 2016

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"Nel Sud è ancora più forte che nel resto del Paese il divario fra la potenzialità data da innovatività e creatività nel settore pubblico e privato e l'incapacità di tradurre questa creatività in un aumento della produttività e in un miglioramento della qualità della vita dei cittadini". Lo ha detto Fabrizio Barca, economista, dirigente pubblico ed ex ministro della Coesione territoriale nel governo Monti, intervenendo a Caserta al convegno nazionale del Meic "Dal Sud al Nord. Un'Europa aperta al Mediterraneo".

Cosa impedisce la crescita del Sud? Per Barca la colpa principale è di "un apparato pubblico statuale e un sistema di governo locale che non vanno. Ci sono tante figure interessanti nel governo locale del Mezzogiorno, e infatti in alcuni casi le cose funzionano, ma complessivamente in questa area del Paese (come del resto anche in alcune zone del Nord) le classi dirigenti locali sono sedute nelle loro posizioni di potere e di rendita, e la politica pubblica viene utilizzata come uno strumento per proporsi come intermediari, e questo ha spinto anche tanti ragazzi ad allontanarsi". 

Barca ha sottolineato come, per cambiare, il Sud abbia bisogno "di una visione e di un metodo". La visione è "la scelta di alcune cose su cui il Sud giochi la sua partita nella concorrenza internazionale. L'agroalimentare, con la sua potenzialità straordinaria, il turismo legato alla cultura ma anche al sociale e alla cooperazione. E poi ci vuole un salto nella qualità nei servizi: i cittadini si convinceranno che nel Sud è cambiato qualcosa se la mobilità, la scuola e la salute saranno fatte meglio". 

Il metodo per concretizzare questa visione strategica può essere solo "un intervento centrale, non perché da Roma si debba decidere cosa fare qui o là, ma perché Roma ha il compito e il dovere di destabilizzare gli equilibri perversi che si sono creati su alcuni territori". Per Barca "da un lato deve esserci il ruolo del locale, dei sindaci e dei cittadini del territorio che hanno gran parte della conoscenza necessaria, ma dall'altro il centro deve starci e deve farlo con risorse umane, non solo scrivendo carte da calare dall'alto. Questo il governo lo sta facendo nelle aree interne del Sud con delle squadre dei ministeri che stanno lavorando sui territori e dialogano, stimolano cambiamenti e impediscono che i soliti prendano in mano la gestione delle risorse". "Con visione e metodo - ha concluso Barca - ce la si può fare".