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VERSO CAMALDOLI/6 Per cittą dell'uomo a misura d'uomo

19 Luglio 2019

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di FEDERICO MANZONI

L'esperienza dell'amministrazione locale, e cioè quella di un impegno politico declinato nella propria comunità territoriale, è oggi, ancor più che in passato, un banco di prova - impegnativo, esigente ma anche di soddisfazione - per provare, da cristiani, a "costruire la Città dell'uomo a misura d'uomo".
Anche i temi amministrativi apparentemente più "laici" sono infatti l'occasione per apportare un proprio contributo di competenza e di idee ispirato al concetto di Bene comune, nella consapevolezza che, come afferma la Dottrina sociale della Chiesa, esso non è la semplice sommatoria dei beni individuali.

Tanto più in un contesto generale progressivamente improntato ai canoni dell'individualismo, l'impegno politico per costruire comunità coese al proprio interno e aperte verso l'esterno, che facciano delle inevitabili differenze non un limite ma un'opportunità, che mettano al centro una visione d'insieme coraggiosa e lungimirante potrebbe apparire un'impresa improba.

Non mancano le contraddizioni e le difficoltà, che talora conducono a un disincantato scoramento, ma lo sprone - come ha insegnato il fondatore dello scoutismo lord Baden Powell - a "fare del proprio meglio" per "lasciare il mondo un po' migliore di come lo si è trovato" costituisce ragione motivante di un impegno. E quale via più immediata e concreta per tentare di "lasciare il mondo un po' migliore di come lo si è trovato" nel dedicarsi alla cura della propria comunità locale?

Un impegno, questo, che deve basarsi su almeno due caratteristiche di fondo: lo studio e l'ascolto.
Lo studio, perché ogni provvedimento che si va ad assumere deve essere preceduto da un approfondimento e da un approccio rigoroso.

In questo senso, non si può non andare con la mente allo splendido invito che Benigno Zaccagnini, di cui quest'anno ricorre il trentesimo anniversario della morte, rivolgeva ai giovani democristiani nella accesa dialettica con i comunisti: "se essi studiano, noi dobbiamo studiare di più; se essi sono seri, noi dobbiamo essere più seri di loro...".

E l'ascolto, anzitutto per rispondere a un'istanza sempre più diffusa da parte dei cittadini (singoli più che associati), che reclamano tempi e spazi di un confronto, che prima era mediato dai "corpi intermedi" e che oggi (complici i nuovi sistemi di comunicazione nell'era dei social network, ma anche talune infelici riforme legislative, come l'abolizione delle circoscrizioni nei Comuni con popolazione inferiore ai 250 mila abitanti) è sempre più diretto e privo di filtri. Un ascolto, tuttavia, non dettato semplicemente da una necessità, ma anche da una opportunità: quella di costruire processi e progetti significativamente migliori nel proprio contenuto e più condivisi sul piano sociale e politico, se fatti oggetto di seri percorsi partecipativi.

Tutto questo richiede una grande dose di pazienza e molto equilibrio nel non farsi schiacciare dal governo della quotidianità e dell'emergenza rispetto alla costruzione di percorsi di più ampio respiro, che pure si deve avere il coraggio e la capacità di spiegare e, quanto più possibile, far comprendere. Così come l'attenzione a una visione "alta" e prospettica nel disegnare le strategie politico-amministrative non deve cadere in un'astratta teoria, ma va accompagnata a una sana concretezza e allo sforzo di fornire risposte in tempi accettabili.

C'è poi una terza caratteristica che l'amministrazione locale richiede oggi, molto più che in passato. Una sistematica attenzione, capacità e fantasia nel saper ricercare fonti di finanziamento esterne al bilancio del proprio Ente, senza dunque trincerarsi dietro lo stato di necessità - che talvolta diventa alibi - dell'assenza di risorse per perseguire determinate politiche.

In questi ultimi anni, anche grazie ai Fondi europei, numerose opportunità di cofinanziamento sono state messe a disposizione da parte dello Stato a favore degli Enti locali (non solo grandi città ma anche piccoli comuni) sul fronte dell'edilizia scolastica, della mobilità sostenibile, della riqualificazione urbana, delle politiche sociali. Si tratta, sia detto per inciso, di investimenti i cui benefici solo in parte sono già oggi visibili e apprezzabili e che certamente produrranno frutti positivi anche nei prossimi anni.

In conclusione, l'impegno per costruire la Città dell'uomo a misura d'uomo richiede dunque una profonda idealità ma anche una cura e una dedizione molto concreta e intraprendente. E le comunità cristiane possono certamente contribuire positivamente a creare un terreno fertile per formare persone che vogliano mettersi in gioco anche nella dimensione dell'impegno pubblico, a partire dal proprio territorio.

(L'autore, avvocato, dottore di ricerca in Diritto pubblico e socio Meic, è assessore alle politiche della mobilità e ai servizi istituzionali del Comune di Brescia)

#camaldoli2019