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FOLIGNO La dottrina sociale secondo Francesco

05 Aprile 2014

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"I più gravi dei mali che affliggono il mondo in questi anni sono la disoccupazione dei giovani e la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi. I vecchi hanno bisogno di cure e di compagnia; i giovani di lavoro e di speranza, ma non hanno né l'uno né l'altra, e il guaio è che non li cercano più. Sono stati schiacciati sul presente” (Intervista su "La Repubblica", 1 ottobre 2013).

E’ una delle tante affermazioni di Papa Francesco che sono state rammentate nel corso dell’interessante incontro organizzato di recente dal Gruppo Meic di Foligno chiamato a riflettere, con l’aiuto dell’amico Alvaro Bucci, sul “Pensiero sociale, economico e politico di Papa Francesco”. Un incontro in cui sono stati passati in rassegna i vari testi “socialmente sensibili”, non solo dell’Enciclica “Lumen fidei” e dell’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”,  ma anche delle omelie, dei discorsi e dei messaggi di Bergoglio durante questo primo anno del suo pontificato. A cominciare proprio dall’omelia pronunciata da Papa Francesco il 19 marzo dello scorso anno, in occasione della solennità di San Giuseppe, a pochi giorni dalla sua elezione. Dove i richiami alla “vocazione del custodire”  ed al “potere” come “servizio” ben possono riferirsi alle qualità e motivazioni con cui dovrebbe esercitarsi una politica “alta”: il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili, come specifica Papa Francesco. Che poi chiede “a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e donne di buona volontà: siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente”. Numerosi i passi di seguito richiamati, attinti dai vari discorsi e messaggi di Bergoglio  pronunciati in occasione della visita alla comunità di Varginha e dell’incontro con i responsabili politici, accademici e imprenditoriali (entrambi in Brasile, durante il soggiorno per la XXVIII ^ Giornata Mondiale della Gioventù), della XLVII Giornata Mondiale della Pace ed, infine, quello rivolto, il 20 marzo scorso, ai dirigenti e agli operai delle acciaierie di Terni.

Ampio lo sguardo rivolto all’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, che ritengo costituisca il primo vero testo magisteriale  di papa Francesco. Significative le dure prese di posizione, con i vari “no” che si leggono nel secondo capitolo,  nei confronti di un’economia dell’esclusione, della nuova idolatria del denaro,  di un denaro che governa invece di servire, dell’ inequità che genera violenza. “Non si può più tollerare – osserva tra l’altro Bergoglio -  il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità… Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello scarto”. E a proposito della dimensione sociale dell’evangelizzazione, avverte con preoccupazione che “se questa dimensione non viene debitamente esplicitata, si corre sempre il rischio di sfigurare il significato autentico e integrale della missione evangelizzatrice”.

(a cura del Meic di Foligno)