Conclusa la Settimana: "Diamo un volto positivo all'unità delle diversità"
26 Agosto 2011
![Marta Margotti e Paolo Santachiara Marta Margotti e Paolo Santachiara](allegati/image/2011/08/18933.jpg)
"Il futuro prossimo delle nostre città o sarà un coordinamento di diversità o sarà un fallimento. I credenti sono chiamati a impegnarsi per dare un volto positivo a questa unità". Il presidente del Meic Carlo Cirotto ha
chiuso i lavori della Settimana teologica di Camaldoli su "Le religioni
nella città" richiamando la necessità di lavorare per dare "qualità al nuovo equilibrio cui
si dovrà giungere per forza dopo la crisi profonda che stiamo vivendo
ad ogni livello". Un impegno che il Meic, ha sottolineato il presidente,
intende sviluppare "continuando il lavoro intrapreso con il Progetto Camaldoli",
il lavoro di riattualizzazione del Codice di Camaldoli portato avanti
dal Movimento in questi anni, "e proseguendo l'attività
dell'Osservatorio sulla cittadinanza".
La giornata conclusiva della Settimana teologica ha visto gli oltre
centoventi partecipanti impegnati a riflettere sul rapporto tra cristianesimo e città.
"Nonostante l’esistenza di un tessuto cattolico ancora consistente,
formato da parrocchie, associazioni, gruppi e congregazioni religiose
artefici di rilevanti iniziative spirituali e sociali, emerge la
difficoltà di una parte della Chiesa italiana ad 'abitare' la città", ha
annotato Marta Margotti, storica dell'Università di Torino. "E
questo non tanto per gli attacchi di quella che viene definita in modo
sommario da alcuni cattolici la 'cultura laicista', quanto per la lenta,
sottile e all’apparenza inarrestabile erosione dell’appartenenza
religiosa avvenuta nella 'società del benessere'". "Le sollecitazioni
che provengono dalla situazione attuale - ha continuato Margotti -
richiedono di verificare l’efficacia di un’azione formativa centrata
sulla capacità di risposta del cittadino e del credente. La proposta
paradossale, e forse un po’ provocatoria, è di chiedersi se non sia
opportuno sottolineare più che l’impegno per una 'cittadinanza
responsabile' la tensione verso una 'cittadinanza interrogante'",
ovvero "sollecitare la capacità di critica verso il potere che
schiaccia l’umanità più che attardarsi nella definizione di valori non
negoziabili, alimentare lo spirito di libertà contro l’assuefazione ai
conformismi della politica, interrogarsi sulle conseguenze della
globalizzazione nella vita dei singoli e delle comunità piuttosto che
insistere sui doveri verso lo Stato. Ciò significherebbe non soltanto
accrescere la capacità di reazione dei singoli alla variabilità e
all’imprevedibilità delle situazioni, ma anche recuperare in modo vitale
il messaggio evangelico".
Alla tavola rotonda conclusiva della Settimana è intevenuto anche Paolo Santachiara,
assessore ai Servizi e alla cultura del Comune di Novellara, nel
reggiano, che ha illustrato i progetti che la sua amministrazione ha
avviato con successo per l'integrazione degli stranieri,
presenti in maniera massiccia nel territorio comunale: "Ci eravamo
stancati di sentir parlare di 'problema' dell'immigrazione, e di legare
il tema solo alla questione della sicurezza. La nostra esperienza ci
dice che la diversità arricchisce".