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Conclusa la Settimana: "Diamo un volto positivo all'unità delle diversità"

26 Agosto 2011

Marta Margotti e Paolo Santachiara

"Il futuro prossimo delle nostre città o sarà un coordinamento di diversità o sarà un fallimento. I credenti sono chiamati a impegnarsi per dare un volto positivo a questa unità". Il presidente del Meic Carlo Cirotto ha chiuso i lavori della Settimana teologica di Camaldoli su "Le religioni nella città" richiamando la necessità di lavorare per dare "qualità al nuovo equilibrio cui si dovrà giungere per forza dopo la crisi profonda che stiamo vivendo ad ogni livello". Un impegno che il Meic, ha sottolineato il presidente, intende sviluppare "continuando il lavoro intrapreso con il Progetto Camaldoli", il lavoro di riattualizzazione del Codice di Camaldoli portato avanti dal Movimento in questi anni, "e proseguendo l'attività dell'Osservatorio sulla cittadinanza".
La giornata conclusiva della Settimana teologica ha visto gli oltre centoventi partecipanti impegnati a riflettere sul rapporto tra cristianesimo e città. "Nonostante l’esistenza di un tessuto cattolico ancora consistente, formato da parrocchie, associazioni, gruppi e congregazioni religiose artefici di rilevanti iniziative spirituali e sociali, emerge la difficoltà di una parte della Chiesa italiana ad 'abitare' la città", ha annotato Marta Margotti, storica dell'Università di Torino. "E questo non tanto per gli attacchi di quella che viene definita in modo sommario da alcuni cattolici la 'cultura laicista', quanto per la lenta, sottile e all’apparenza inarrestabile erosione dell’appartenenza religiosa avvenuta nella 'società del benessere'". "Le sollecitazioni che provengono dalla situazione attuale - ha continuato Margotti - richiedono di verificare l’efficacia di un’azione formativa centrata sulla capacità di risposta del cittadino e del credente. La proposta paradossale, e forse un po’ provocatoria, è di chiedersi se non sia opportuno sottolineare più che l’impegno per una 'cittadinanza responsabile' la tensione verso una 'cittadinanza interrogante'", ovvero "sollecitare la capacità di critica verso il potere che schiaccia l’umanità più che attardarsi nella definizione di valori non negoziabili, alimentare lo spirito di libertà contro l’assuefazione ai conformismi della politica, interrogarsi sulle conseguenze della globalizzazione nella vita dei singoli e delle comunità piuttosto che insistere sui doveri verso lo Stato. Ciò significherebbe non soltanto accrescere la capacità di reazione dei singoli alla variabilità e all’imprevedibilità delle situazioni, ma anche recuperare in modo vitale il messaggio evangelico".
Alla tavola rotonda conclusiva della Settimana è intevenuto anche Paolo Santachiara, assessore ai Servizi e alla cultura del Comune di Novellara, nel reggiano, che ha illustrato i progetti che la sua amministrazione ha avviato  con successo per l'integrazione degli stranieri, presenti in maniera massiccia nel territorio comunale: "Ci eravamo stancati di sentir parlare di 'problema' dell'immigrazione, e di legare il tema solo alla questione della sicurezza. La nostra esperienza ci dice che la diversità arricchisce". 

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