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Addio a don Giorgio Piovano, maestro buono

18 Agosto 2020

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di LUCA ROLANDI

Don Giorgio Piovano, prete della diocesi di Torino, è partito per il viaggio più lungo, per incontrare quel Padre che ha amato e servito per 90 lunghi anni, quel Padre per il quale ha speso la sua vita. E' morto dopo i postumi di una caduta in casa, forse causata da un ictus. I suoi amici lo avevano festeggiato in un webinar bellissimo a giugno per il compleanno a distanza inviandogli messaggi e abbracci sia pure da lontano.

Occhi azzurro cielo, un sorriso e una serenità che trasmetteva a tutti coloro che avvicinava e l'hanno conosciuto, don Giorgio è stato maestro consapevole di tante generazioni di giovani e poi adulti e infine anziani provenienti dalle fila del movimento cattolico: Azione Cattolica, Fuci, Meic, intellettuali cattolici e semplici parrocchiani, ricchi e poveri, persone di cultura e di popolo. Don Giorgio Piovano era uno di quei preti del Concilio Vaticano II, capaci di ascoltare, accompagnare, mai giudicare. Nella sua casa di via Ventimiglia, dove viveva con l'amico e confratello don Fiorenzo Lana, c'erano tante foto di giovani, case alpine e ritiri, viaggi, incontri, volti, momenti felici e in fondo un Crocifisso; quando ti presentava il suo percorso di vita, diceva: "Io ho messo la mia vita nelle mani di Cristo".

La fatica del pensare, la ricerca come cifra del pellegrinaggio cristiano, il dubbio al quale si risponde con l'amore per l'uomo sono alcuni degli insegnamenti di don Giorgio. Partito dalla Giac, insieme a giovani di belle speranze poi diventati famosi nel mondo della cultura, Umberto Eco, Gianni Vattimo, Furio Colombo, Giorgio ha scelto la vocazione di prete per e con gli uomini. Il Vangelo in mano e nel cuore e l'ascolto del mondo anticipando il Concilio. Fu docente di filosofia per aiutare a capire l'uomo, le sue paure, le sue speranze. Nella parrocchia ma soprattutto nei movimenti cattolici ha formato tante persone che oggi lo ricordano come bussola della loro vita, lo piangono ma soprattutto ringraziano Dio di averlo incontrato nel loro viaggio esistenziale. Amore e carità i doni ricevuti. Tutto passa tranne il seminare. Don Giorgio ha fatto questo e l'ha trasmesso a tanti di noi.

Nel Meic di Torino è stato assistente diocesano per oltre un decennio, completando il suo apporto di maestro e consigliere spirituale, iniziato nell'Azione Cattolica e proseguito nella Fuci. Per ricordarlo e riascoltare la sua voce buona e profonda, oltre i mille pensieri che tantissimi di noi porteranno per sempre nel cuore, vi sono una intervista - "Kairos. Una vita di impegno per il Vangelo" - di Simona Borello (già presidente del gruppo Meic di Torino), realizzata nel corso di una assemblea diocesana di alcuni anni fa, e una intervista realizzata per la ricerca sfociata in un prezioso libro - "Chiesa e mondo operaio a Torino (1948-1965)" - di Marta Margotti. Le condividiamo come dono a tutti voi.