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Avevo fame e a chi mi dà da mangiare avete raddoppiato le tasse

27 Dicembre 2018

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di DINO CASSIBBA

La tassa sulla solidarietà è una vergogna, una regressione di umanità e di democrazia, un salasso che sarà pagato dai poveri, dai più poveri, dai bambini, dai disabili. Facciamo sentire forte il nostro "no, no, no" alla norma che porta l'IRES agevolata dal 12% al 24% per istituti di assistenza sociale, fondazioni, enti ospedalieri, istituti di istruzione senza scopo di lucro ecc... E che prevede, secondo stime accreditate, un esborso di circa 120 milioni per il terzo settore, di recente riformato. Molte attività non saranno più svolte perché insostenibili. La decisione della manovra del popolo (ergo: sul popolo!) toccherebbe più di 6mila tra enti, istituti e associazioni: dalla Croce Rossa ai centri di ricerca, alle Misericordie, alle scuole cattoliche, alle piccole onlus che finiranno in ginocchio. Il Paese già in crisi si impoverisce prendendo risorse per il sociale dal mondo delle organizzazioni solidali, che si mette a disposizione degli ultimi.

Tale tassa, che qualcuno chiama a ragione "patrimoniale", è l'esito, non ultimo, del clima di sospetto, di denigrazione, se non di demonizzazione, verso quel mondo, ONG comprese, che lucrerebbe sulla solidarietà per inconfessati fini. Si dice "no" ai cosiddetti buonisti - il buonismo semplicemente non esiste, è un luogo comune di chi ha messo in soffitto il pensiero, la cultura, il bene comune - per dire no alla bontà di chi opera il bene senza cercare ricompense o gratificazioni, senza esibire come soprammobili od amuleti di propaganda elettorale il Vangelo, il Crocifisso, il Rosario. Tutto nel volontariato, culturale, spirituale e corporale, è migliorabile, tutto è perfettibile, tutto è purificabile. Resta il fatto che tertium non datur: o si vive "da soli" o si vive "da soli-dali".


AGGIORNAMENTO 27/12/18 14.45 Il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio ha annunciato pochi minuti fa che il raddoppio dell'IRES sarà confermato nella Legge di stabilità ma modificato in un provvedimento successivo. Prendiamo atto dell'impegno del ministro Di Maio continuando a vigilare fino all'effettiva cancellazione di questa norma vergognosa.