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RESOCONTO DELL' ’Assemblea europea del Movimento internazionale Icmica-MIIC (Pax Romana),

15 Giugno 2016

Quali il ruolo e la responsabilità degli "intellettuali" nel Mediterraneo e nell'Europa che si ripropongono oggi luoghi di tensioni e speranze per il mondo intero e per la cattolicità?

Rappresentanti di vari Paesi, impegnati come Pax Romana-Europa nel dialogo tra fede e cultura contemporanea, nella costruzione di un nuovo umanesimo ed europeismo contro l'indifferenza e tanti "muri" ostili che s'innalzano in questi giorni, sono convenuti in assemblea a discutere sul tema "Solidarietà dopo l'Europa".

ICMICA-MIIC (Pax Romana), che è una rete mondiale di associazioni e movimenti formati da intellettuali e professionisti cristiani socialmente impegnati (www.icmica-miic.org), ha scelto Reggio Calabria quale sede dell'evento: sia per stima al suo territorio e alla sua Chiesa locale; sia perché luogo simbolo - quale crocevia del Mediterraneo - delle vicende di crisi dell'idea e dell'identità europea di cui le migrazioni dell'ultimo decennio costituiscono l'epifenomeno.

Nell'apertura presso l'Università degli Stranieri "D. Alighieri", accolti con viva ospitalità dal rettore dell'Ateneo, l'arcivescovo p. Giuseppe Morosini ha invitato tutti a guardare il mare nostrum per i valori comuni di cui è segno e a non subire culturalmente i tanti mali che gravano sulla "post Europa".

Il prof. Salvatore Berlingò, nell'elaborata prolusione orientativa Dall'amicizia mediterranea alla "Iustitia  dulcore misericordiae temperata", ha delineato la prospettiva - presente nella storia e nella letteratura - dell'evoluzione del rapporto locale-globale nell'ottica peculiare ("riflessa") della fata Morgana e delle sponde dello Stretto. Nella memoria della sapienza dantesca e del rinnovato ruolo strategico per il futuro d'istituzioni come le Università per Stranieri, ha molto sollecitato i partecipanti a sapere coniugare profezia e martirio nella sfera interculturale e interreligiosa, vivendo la giustizia nella carità e nel discernimento dei segni della nuova "Pentecoste".

Giorgio Bellieni a nome del MEIC reggino - che ha collaborato per l'organizzazione (grazie ad Augusto Sabatini e Aldo Velonà) - ha dato il saluto di benvenuto di questa terra di limes, spesso amara per troppi migranti e giovani, ma dove stanno anche germogliando segni di speranza, risveglio delle coscienze, iniziative d'imprenditoria sana, di solidarietà ed accoglienza, in cui un "... nuovo senso dello Stato e delle istituzioni si va affermando sulle ataviche rassegnazioni e il fatalismo, e già l'ecumenismo e il dialogo tra i Monoteismi  sono convinzione ed esperienza radicata ..".

Nel tema in discussione, secondo Beppe Elia (presidente nazionale del MEIC), emergono questioni che riguardano il futuro dell'Europa intera. Ombre minacciose si addensano nei nostri Paesi e il grande spirito di coesione e collaborazione che ha generato la comunità europea sembra naufragare negli egoismi nazionali e nell'assenza di progetti lungimiranti; dobbiamo reagire a questo, per noi, per le generazioni che verranno, per gli uomini e le donne che ancora nutrono la speranza di trovare in noi dei fratelli. "Forse proprio le periferie, delle nostre città, del mondo, della cultura, ci salveranno: aprirci ad esse  non è solo un gesto di misericordia, ma il solo modo per cogliere quell'umanità nascosta che ancora vive, a dispetto di ogni egoismo e grettezza, e che ci potrà liberare dalla inconcludenza dei potenti e dei pavidi".

La scelta di Reggio Calabria non è stata, in quest'ottica, casuale; questa città appartiene ad una parte dell'Italia spesso ferita e umiliata, ma capace di grandi gesti di umanità. Da Reggio Calabria e da tutti i territori, le comunità e i gruppi che credono ancora nella fratellanza e nel dialogo, contro ogni paura, può rinascere l'Europa.

Dalla Consulta delle Aggregazioni laicali, con Alda Modafferi, è stato illustrato il mosaico delle iniziative di volontariato ed accoglienza che nel territorio offrono segni di solidarietà alternativi alle politiche ultime di "disunione europea".

Con spirito ecumenico Papàs Daniele Castrizio ha quindi rivisitato radici antiche e vive del DNA bizantino di questa parte di Sud, riproposto come modello storicamente noto di pace e di non aggressione tra culture e popoli, oggi testimoniato in concreto da molti aneliti di fraternità e non proselitisti delle comunità ortodosse in Occidente.

Sull'Assemblea è aleggiata poi l'analogia con una particolare qualità del Bergamotto, simbolo di questa terra, le cui caratteristiche organolettiche sono di "unire senza confondere" le proprietà di sostanze e profumi diversi, quale metafora che può applicarsi a descrivere la realtà calabrese come crocevia tra i nord e i sud del mondo, il cristianesimo latino e bizantino, le troppe partenze ed arrivi migratori, classicità e modernità,  il Mediterraneo Ionico e Tirrenico.

Nell'omelia (bilingue) don Mimmo Marturano, ha delineato la figura di Gesù Liberatore dalla schiavitù del peccato quale compimento dell'antico Esodo, quando "aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti", ed ha invitato a porsi su questa strada "dimenticando ciò che sta alle spalle (il peccato) e protesi verso ciò che ci sta di fronte (Gesù risorto) correndo verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (la comunione con Lui)".

La fraterna amicizia verso la Calabria del Segretario mondiale di PAX ROMANA (ing. Philippe Ledouble), che ha presieduto e proseguito poi per altri due giorni la sessione, si è espressa nella sottolineatura del valore ecclesiale e civile dei rapporti tra persone, territori e culture, alla base del rinnovamento della comunione, delle Istituzioni pubbliche e Organizzazioni internazionali "cattoliche".

Il Gruppo Meic RC