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La Persona oltre l'individuo

29 Aprile 2013

Alla ricerca della definizione laica di Persona e del ruolo del terzo settore

Venerdì 19 aprile  si è svolto presso la Biblioteca Jacobilli l’incontro “La persona oltre l’individuo” organizzato dal Meic di Foligno a cui ha partecipato in qualità di relatore il Prof. Paolo Benanti, docente di Teologia Morale e Bioetica. L’incontri si è aperto con introduzione del presidente del Meic Dr. Bernard Fioretti che ha descritto come l’attività del gruppo si è concentrata in questo anno nello studio del rapporto tra persona e individuo nei vari aspetti della società e che ora inizierà una fase propositiva sul tema in accodo con la coordinazione nazionale del Movimento. Quindi il prof . Benanti ha iniziato il suo intervento descrivendo la cultura contemporanea, che si presenta come una assenza di sintesi ed è fondata su clamorose contraddizioni ed ambivalenze; ormai è più facile definire la nostra società più in base di quello che non è, cosa che è alla base del concetto di post-modernità. Proliferano infatti definizioni in negativo e si può dire che la nostra è una società delle passioni tristi. In questa società viene esaltata l’esistenza individuale e in fondo l’uomo contemporaneo non fa altro che mettere in atto strategie di sopravvivenza.  Questa società esalta il vivere presente in maniera quasi ossessiva: ciò si vede innanzitutto nel corpo umano che diventa uno strumento per appagare il desiderio di autorealizzazione e infatti il corpo che viene esaltato è il corpo bello, giovane ed efficiente. Quello che rimane dell’uomo ridotto ad individuo è l’emozione che sostituisce l’anima . In qualche modo non si può più parlare quindi di “homo sapiens” ma pittosto di homo sensiens. Perciò di fronte a una società individuale bisogna ripartire dalla natura e dalla ragione che strappano l’uomo dalla sua condizione individuale. Questa è la porta che si apre per andare a ricercare il fondamento, la verità. Chi è quindi l’uomo? Nella storia rinveniamo essenzialmente tre correnti di pensiero: per una l’uomo è uno zoon politikon, un animale politico e questa è la visione pubblica dell’uomo che ha dato poi origine al marxismo. La seconda è la visione individualistica  che è quella che invece ha portato al liberismo in opposizione al marxismo. Tra queste due visioni si inserisce il Cristianesimo che introduce il termine persona. Quindi che cos’é l’uomo che è persona? Per tentare di spiegare la risposta a questo interrogativo il Prof.  Benanti chiama in causa il fiolosofo francese Marlau Ponty e il concetto di touchant-touché. La libertà cioè ha una relazione con la realtà: se io tocco un uomo io non solo tocco ma sono toccato, si origina una singolarità che non si verifica toccando una cosa. La “Gauduim et Spes” parla del fatto che “l’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire è la dignità stessa dell’uomo e secondo questa egli sarà giudicato”. Ciò equivale a dire quindi che la persona è tale solo in virtù della coscienza ed è solo la fedeltà alla coscienza che porta alla verità in un processo in cui gli uomini si uniscono tra loro. La nostra però purtroppo è una società “ignorante” in cui la differenza fra piacere e felicità non viene più distinta, mentre l’ ignoranza invincibile di cui parla sempre la “Gaudium et Spes” è legata alla condizione umana e in questo caso l’uomo non perde la dignità diventando persona. La feconda discussione che ne è seguita ha sottolineato delle linee guida su cui il gruppo Meic ha deciso di investire le sue energie: ricerca di una definizione di Persona da un punto di vista laico in quanto il termine individuo è una restrizione della libertà ed è solo recuperando il concetto di persona potremo invertire l’inerzia dei nostri tempi. E’ emerso infine l’importanza di utilizzare lo strumento dell’associazionismo per creare un volano per rilanciare questi principi e opporsi alla logica dell’individualismo.

 David Sebastiani