Meic di

Foligno

In evidenza
BANNER 5X1000
banner facebook
Banner Giovani
Newsletter
Area riservata
Home » Gruppi locali » Umbria » Foligno » Notizie
PrintE-mail

Riflessioni sulla Pentecoste

27 Aprile 2012

    

 

Gruppo MEIC di Foligno 

 

 

Lunedì 16 Aprile 2012

 

alle ore 19:15 presso il Seminario Vescovile

sala Meic. 

 

Riflessioni sulla Pentecoste

con don Sergio Andreoli 

(Assistente Meic Foligno)

 

 

Ci stiamo incamminando verso la Solennità della Pentecoste.
Per prepararci alla Celebrazione, rifletteremo sul significato e
sull’attualità di questo grande Mistero.

 

                                                                                                                  File:Merazhofen Pfarrkirche Josephsaltar Altarblatt Pfingstwunder.jpg

 Introduzione

Dagli Atti degli Apostoli apprendiamo che, dopo l’Ascensione, gli Apostoli

“[…] ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi […].

Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore […]: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo.

Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui” (1, 12-14).

Nei giorni seguenti Mattia fu scelto come Apostolo, al posto di Giuda Iscariota.

In seguito,

“Mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.

Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa, dove stavano.

Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo.

A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.

Erano stupìti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: ‘Tutti costoro che parlano non sono forse Giudei?

E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? […]” (Atti degli Apostoli 2, 1-8).

 

Prima riflessione: lo Spirito Santo è fonte di unità

Scrive Lorenzo Villar:

“L’azione dello Spirito si contrappone  alla babele dei popoli prodotta dalla superbia e dall’orgoglio umano”.

Per capire quest’osservazione, dobbiamo leggere i versetti 1-9 del capitolo 11 del libro della Genesi:

“Tutta la terra aveva  un’unica lingua e uniche parole.

Emigrando dall’oriente, gli uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono.

Si dissero l’un l’altro:

‘Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco’.

[…] Poi dissero:

‘Venite,  costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra’.

Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo.

Il Signore disse:

‘Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un’unica lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora quanto avranno in progetto di fare, non  sarà loro impossibile.

Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua  dell’altro’.

Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città.

Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse  la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra”.

È vero ciò che dice il Villar:  “L’azione  dello Spirito si contrappone alla babele dei popoli […]”.

Come, allora, non essere artefici di unità in famiglia, in parrocchia, in diocesi, nei diversi ambienti, che frequentiamo?

Come non pregare per l’unità di tutti i cristiani?

Come  non dare il nostro contributo alla costruzione della pace?

 

Seconda riflessione: lo Spirito Santo agisce nei Sacramenti

Ancora il Villar scrive:

“Nel giorno della Pentecoste, lo Spirito scende, per restare.

Egli è il Dono divino per eccellenza, e come ogni dono del Padre, non può venire ritirato, poiché Dio è fedele.

Per questo, permanentemente Egli risiede nella Chiesa e viene continuamente manifestato dai segni, che pongono nel mondo i successori di coloro sui quali Egli per primo discese”.

Il riferimento ai Sacramenti è molto prezioso, perché ci invita ad apprezzarli sempre più per la nostra vita spirituale.

In questa prospettiva, è utile  rifarsi al capitolo 20, versetti 21-22 del Vangelo di Giovanni:

“Gesù disse loro di nuovo:

‘Pace a voi.

Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi’.

Detto questo, soffiò e disse loro: ‘Ricevete lo Spirito Santo.

A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati’ ”.

Commentando questo passo evangelico, Papa Benedetto XVI ha affermato:

“Ora, il Signore soffia nella nostra anima il nuovo alito di vita, lo Spirito Santo, la sua più intima essenza, e in questo modo ci accoglie nella famiglia di Dio.

Con il Battesimo e la Cresima ci è fatto questo dono in modo specifico, e con i sacramenti dell’Eucaristia e della Penitenza esso si ripete di continuo: il Signore soffia nella nostra anima un alito di vita.

Tutti i Sacramenti, ciascuno in maniera propria, comunicano all’uomo la vita divina, grazie allo Spirito Santo che opera in essi (Omelia, Pentecoste 2011).

Come non sentirci, allora, anche noi mossi dallo Spirito, dalla sua forza, dai suoi doni?

Come non  partecipare attivamente alla celebrazione dei Sacramenti?

 

Terza riflessione: lo Spirito Santo anima la Chiesa

Papa Benedetto XVI  nell’omelia già citata dichiara:

“[…] Lo Spirito Santo anima la Chiesa.

Essa non deriva dalla volontà umana, dalla riflessione, dall’abilità dell’uomo o dalla sua capacità organizzativa, poiché, se così fosse, essa già da tempo si sarebbe estinta, così come passa ogni cosa umana.

La Chiesa invece è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito Santo”.

Queste parole sono un invito a riflettere, per capire la natura e la missione della Chiesa per sentirci sua parte attiva  e quindi realizzare la nostra vocazione particolare, per dimostrare in ogni circostanza amore e obbedienza a chi ha il compito di guidarla, per difenderla dagli attacchi e dalle critiche e per onorarla con il nostro comportamento coerente con il Vangelo di Gesù Cristo.

Nota

1. Lorenzo Villar, ALLE ORIGINI DELLA PENTECOSTE

(http://www.donbosco-torino.it/ita/Kairos/Vita%20Spirituale/06-07/005-Origini_Pentecoste.html).

 

2. CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DI PENTECOSTE, OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI, Basilica Vaticana, Domenica, 12 giugno 2011

(http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2011/documents/hf_ben-xvi_hom_20110612_pentecoste_it.html).